La Nazione:

Poste le basi e costruito un sistema resta il problema della prospettiva. Tra passato (recente), presente e futuro, abbiamo chiesto al presidente Maurizio Pozella, per completare questa presentazione a tutto tondo di risultati, quale è la strategia di Discover. Perché una città che sposa il turismo ha bisogno di un ampio concorso di forze per una crescita che è anche culturale e di formazione specializzata.

Quale è dunque la posizione di Discover su cultura del turismo e dell’accoglienza?

“Sono state stipulate intanto diverse convenzioni con istituti scolastici per rafforzare il rapporto fra scuola e mondo del lavoro attraverso la realizzazione di percorsi formativi per gli studenti che si concretizza nell’affiancamento dello studente al personale di Discover per mostrare le modalità di interfaccia con il turista/crocierista. L’attività ha già coinvolto molti studenti con feedback estremamente positivi e rappresenta un po’ il fiore all’occhiello della nostra attività che, con circa 4.000 ore di formazione erogate nelle ultime due stagioni contribuisce allo sviluppo di una cultura del turismo che sì rappresenta per il nostro territorio un elemento assolutamente innovativo e indispensabile per esercitare le opzioni più idonee per lo sviluppo di questa attività. Per fare fronte, inoltre, alle crescenti sfide che l’incremento del traffico crocieristico nel porto della spezia ha generato, è stata rafforzata la struttura organizzativa ed operativa di Discover la spezia, acquisendo una completa autonomia operativa e gestionale”.

Quale incidenza ha la vostra società sull’occupazione?

“Discover ha contrattualizzato a vario titolo 35 risorse sulla base delle diverse necessità operative secondo criteri di specializzazione e competenza. Il personale dipendente è stato avviato poi a corsi di formazione per lingue straniere, sviluppo di competenze amministrative e di competenze informatiche, primo soccorso, antincendio, sicurezza nei luoghi di lavoro, utilizzo del defibrillatore. L’indotto generato da Discover in termini di occupazione vede inoltre circa 50.000 ore di lavoro/anno generate per shuttle, bagagli, security, operatori commerciali terminal”.

In questo settore è in effetti rilevante distinguere l’impatto economico che può essere sia diretto sia indiretto.

“Premessa. E’ diretto quando le ripercussioni che si manifestano sulle altre attività esistono solo in quanto sono connesse al porto; se questo non ci fosse non si manifesterebbero. sono ad esempio le spese portuali, quelle dei terminal, quelle legate ai servizi diretti ai passeggeri. E’ indiretto quando si parla di spese di trasporto (taxi, autobus), di ristorazione, ovvero di attività per cui l’elemento porto fornisce una motivazione determinante della loro localizzazione nelle aree circostanti a questo. Alcuni crocieristi in imbarco spesso soggiornano una o più notti prima della partenza della nave nei luoghi circostanti al punto di partenza, usufruendo dei servizi di ristorazione, di trasporto, di accoglienza. Ebbene questo tipo di turismo crea un valore non solo monetario nel breve termine, ma di valorizzazione del territorio in una prospettiva di lungo termine, poiché il territorio viene visitato da un numero rilevante di persone che possono attivare e attivano un passaparola che diventa essenziale per la valorizzazione dell’area visitata quale meta turistica presso un vasto pubblico”.

Se riduciamo i dati generali su scala locale quale è la misura degli impatti economici sul territorio?

“In termini generali, proprio da un recente studio condotto proprio da Risposte Turismo sulla rilevanza e gli impatti economici dell’attività crocieristica, si può dire che in riferimento al territorio della Spezia, i 667.000 crocieristi movimentati nel porto della spezia nel 2015 avrebbero speso oltre 41 milioni di euro a terra, implicando un valore medio di 62 euro; di questi si può indicare in circa 23 milioni il contributo che arriva alla Spezia (55% del totale di quanto speso dai crocieristi movimentati alla Spezia, con una media di 38 euro se si considerano solo i passeggeri scesi. Si rileva inoltre una spesa diretta dei crocieristi (transiti), equipaggi e compagnie peri a 30 milioni e 942mila 214 euro”.

Questi sono i risultati, diciamo rilevanti e immediati, acquisiti fino ad oggi? E per il futuro che cosa c’è da fare?

“La nostra città non può essere considerata esclusivamente come location di destinazione, tuttavia essa è sicuramente in una condizione favorevole per raggiungere le località più ricercate ed inoltre il nostro Golfo si conferma come uno dei più belli e attrattivi del Mediterraneo. Primo impegno è dunque quello di lavorare per rendere il nostro scalo sempre più accogliente. Il settore crocieristico sta infatti assumendo sempre maggiore valore per la città e l’intera provincia per cui dobbiamo impegnarci per far sì che gli effetti positivi si moltiplichino e che l’economia legata al turismo crocieristico cresca su tutto il territorio”.

E quindi?

“E’ ora fondamentale, un imperativo, agire in termini evolutivi per migliorare l’offerta”.

Che cosa significa migliorare l’offerta?

“Significa che occorre porre lo sviluppo crocieristico come obiettivo strategico per il territorio”.

Entrando nel merito quale è il progetto in progress?

“A mio avviso i punti per centrare l’obiettivo strategico sono in sintesi quattro: la pianificazione, lo sviluppo dell’attività di Home Port, la sinergia istituzionale, il fare sistema”.

Che intendete per pianificazione?

“Che non si può prescindere dal pianificare le attività e gli interventi infrastrutturali al fine di dare certezze alle compagnie in merito alla reale offerta del porto”.

E per sviluppo dell’attività di Home Port?

“I passaggi sono l’accoglienza alberghiera perché il primo elemento che influenza la scelta di un porto è la sua capacità di accoglienza, e i collegamenti aerei perché la localizzazione geografica e il collegamento tramite i mezzi di trasporto terrestri e aerei con i luoghi da cui proviene il cliente è molto importante e incidono sull’accessibilità della crociera. La presenza di collegamenti aerei diventa quindi di fondamentale rilevanza. Da sviluppare con accordi quindi con aeroporto di Pisa o di Genova”.

Anche la sinergia istituzionale è condizione essenziale…

“E’ indispensabile per la nascita di una proposta di valore unitaria, che indirizza verso obiettivi maggiormente efficaci da un punto di vista economico e sociale e verso una strategia comune. Si tratta di sviluppare politiche di marketing in ottica territoriale che generino interesse verso la città e i vicini siti culturali e turistici. Occorre che i soggetti istituzionali convergano in un’offerta turistica in grado di competere sul mercato”.

E infine fare sistema…

“Sì, fare sistema per massimizzare i benefici economici diretti e indiretti, occorre a mio avviso predisporre offerte integrate anche attraverso alleanze orizzontali, tra imprese che svolgono la stessa attività, che appartengono alla medesima filiera e quindi in concorrenza tra loro. L’obiettivo di questi accordi è di creare strategie comuni che coinvolgano tutte le imprese in una offerta sistemica, a favore di una promozione congiunta”.

Quando si può dire che un territorio diventa competitivo?

“A mio avviso un territorio diventa competitivo attraverso la capacità di creare quei fattori materiali e immateriali necessari per far crescere le proprie competenze distintive e di saperle sfruttare per poi potenziare l’immagine stessa del territorio. Come si vede sostanza e forma devono coincidere”.